Recensione
by Bam
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Titolo: Tokyo
Magnitude 8.0
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Trama: A Tokyo Mirai e Yūki,
all'inizio delle vacanze estive, si recano ad una mostra di robot ad Odaiba, un'isola
artificiale nella Baia di Tokyo. I due andranno da
soli, con grande disappunto di Mirai, perché i genitori sono impegnati a causa
dei rispettivi lavori. Proprio alla fine della visita, mentre Yūki va
alla toilette e Mirai lo sta
aspettando fuori dall'edificio, si verifica un devastante terremoto di magnitudo
8.0 sulla scala Ritcher che causa la
distruzione di centinaia di edifici simbolo della città di Tokyo e ponti,
compreso il Rainbow Bridge. (fonte Wikipedia)
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Anno d’uscita dell’Anime: luglio
2009
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Episodi: 11 (completa)
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Film: nessuno
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OVA (speciali): nessuno
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Doppiaggio italiano: esistente
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Studio: Bones,
Kinema Citrus
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Anno d’uscita della Light Novel: nessuno
- Anno d’uscita del manga: nessuno
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Genere: avventura,
drammatico
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Recensione:
Non so neanche da dove partire, anime difficile.
Premessa: non so quanto questa recensione verrà
lunga, perché io l’ho visto più o meno verso gli 11/12 anni. Sono passati 12/13
anni, non risco a ricordarmi di cose viste molto tempo fa.
Dal titolo e dalla trama si intuisce già che parla
di un terremoto.
Racconta la storia di Mirai, la protagonista, e di
suo fratello, Yuki che cercano di raggiungere i genitori. E verranno aiutati da
una ragazza Mari, una fattorina motociclista, che a sua volta deve raggiungere
la sua famiglia.
Quest’anime vuole mostrare anche che cosa succede alle
persone dopo un terremoto, i traumi che ne scaturiscono, la distruzione degli
edifici, delle abitazioni, con tutti i ricordi, le cose care di cui sono piene.
E l’ansia di trovare i propri cari vivi.
I protagonisti dovranno
affrontare molti ostacoli, sia fisici che interiori. Perché devono far fronte a
una tragedia. Questo li porterà ad una crescita emotiva. Il cambiamento più
evidente è in Mirai, che, da ragazza svogliata sempre attaccata al telefono, diventa
man mano più responsabile. Questo fa capire chiaramente come i ragazzi abbiano
dovuto crescere più velocemente per poter sopravvivere.
La caratterizzazione dei personaggi è creata molto
bene.
La storia per come è
raccontata riesce a proiettarti lì, come se sentissi anche tu quella
drammaticità del terremoto.
Per tutto l’anime c’è un’atmosfera triste, pesante
che a volte viene alleggerita da scene ironiche, però la sensazione di
pesantezza rimane.
Mi ricordo che Mirai si trovava su un ponte (non
sono sicura fosse un ponte) e quando arrivò il terremoto il ponte si spezzò in
due, tipo Titanic. Quella scena è stata abbastanza dolorosa ed è lì che ho
capito che sarebbe stato un anime drammatico.
Lo staff credo abbia lavorato molto per poter
descrivere a pieno un terremoto e le sue conseguenze, perché è tutto
perfettamente realistico.
I disegni sono fatti molto bene, semplici ma adatti
al racconto.
Ma arriviamo alla ragione per cui ho voluto parlarvi
di quest’anime. Il punto cruciale è il finale, che ovviamente non vi dirò, ma
sarà uno sfogo.
Credo, anzi sono sicura che sia l’anime più
traumatico tra tutti quelli che ho guardato finora.
La morte di Ace, la
morte di Jiraya, la bambina e il cane di Fulmetal Alchemist sono per bambini. Questo
è il vero trauma.
Sono qui per obbligarvi a guardarlo perché non
possiamo aver sofferto solo io e Aira e altri sfortunati o fortunati (dipende
dal punto di vista). Dovete soffrire anche voi.
Non mi ricordo molto dell’anime, ma se ho ancora
davanti agli occhi quella scena dopo 14 anni è perché è stata devastante.
È devastante anche perché è totalmente inaspettata, gli
autori sono stati bravissimi a camuffarlo. Quindi è ancora più pesante. Adesso
siamo abituati a fiutare il trauma in arrivo nei nuovi anime ma a quel tempo
era tutto nuovo.
Aira
Quest'Anime è invecchiato molto bene e sono certa che piacerebbe ancora oggi, lo consiglierei volentieri, se non fosse un trauma su due gambe. Io sono sadica, ma non così tanto, non ascoltate Bam, salvatevi finché potete!
(Guardatevelo.)
By Bam
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