Recensione
by Bam
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Titolo: Blue Eye
Samurai
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Trama: Nel periodo
Edo del Giappone (XVII) il maestro di spada Mizu cerca vendetta
contro i quattro uomini stranieri che erano in Giappone al momento della sua
nascita.
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Anno d’uscita della serie d’animazione: novembre 2023
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Episodi: 8
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Film: nessuno
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OVA (speciali): nessuno
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Doppiaggio italiano: esistente
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Studio: Netflix
Animation, Blue Spirit, J.A. Green Costruction Corporation, 3 Arts
Entertainment
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Autore: Michael
Green, Amber Noizumi
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Genere: storico,
azione, samurai, drammatico, avventura
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Recensione:
Sono uscita dal Giappone per rientrarci passando
dall’America e dalla Francia. Sì, perché la recensione di oggi non è un anime
ma una serie animata prodotta da altri stati che parla del Giappone.
Mi sono fatta ammaliare dalla copertina:
Per fortuna è stata una bella scoperta e non solo
una bella copertina.
La storia parla di questo samurai, Mizu, che è figlio
di un genitore giapponese e di uno occidentale, nato nel periodo Edo, quando
gli stranieri venivano visti in maniera estremamente negativa. E lui che non è “puro”,
non viene neanche definito un essere umano. Sostanzialmente i giapponesi
avevano dei problemi molto complessi.
Si mette quindi alla ricerca di 4 uomini bianchi che
erano presenti alla sua nascita per ucciderli tutti, allo scopo di vendicarsi.
Per questa vendetta è disposto a rinunciare ai
sentimenti, all’amore, all’amicizia, a tutto, anche al suo vero io. Un cammino
solitario e pieno di odio.
Quando appare nel primo episodio è una persona
fredda, spietata che non guarda in faccia a nessuno, va dritto per la sua
strada, quella della vendetta.
Blue Eye si chiama così perché ha gli occhi azzurri
come gli occidentali.
Porta con sé anche un segreto che lo rende ancora
più diverso di quanto non lo fosse già agli occhi degli altri.
Insieme a lui si unisce un cuoco,
Ringo, senza mani, che vuole diventare il migliore in qualcosa, qualsiasi cosa.
Così si formerà un duo formato da diversi ed emarginati dalla società e che
cerca la propria strada.
All’inizio Mizu non vuole nessuno al suo fianco, e
in tutti i modi cerca di bloccare Ringo dall’inseguirlo, ma il cuoco è più
testardo di lui.
È stata una benedizione che quest’ultimo si sia
unito, perché ha portato leggerezza, Mizu rendeva tutto troppo cupo. Ringo è la
spalla comica di cui, se vedrete la serie, ringrazierete l’esistenza, perché se
ci fosse stato solo il samurai probabilmente mi sarei sparata.
All’inizio non le avrei dato due soldi, invece mi ha sorpreso, ha preso nelle sue mani il destino e lo ha fatto suo. Ha tirato fuori tutta la rabbia che aveva e l’ha trasformata in forza.
È un viaggio di rinascita per questi personaggi, che
cercano il proprio destino con la forza della disperazione, pur di uscire da
quel ruolo che è stato loro imposto dalla società.
Si nota moltissimo che l’impostazione della storia è
diversa da quella di un anime. Per esempio, i combattimenti, qui sono molto
asciutti, sono belli, non fraintendetemi, però non hanno la stessa adrenalina
degli anime. Non c’è tutto quel pathos, quell’epicità, quell’estremizzazione delle
azioni, che possono sembrare anche esagerate, non ci sono quei dialoghi di
confronto tra il protagonista e il villain. I combattimenti in questa serie sono
più realistici, io essendo abituata agli anime, devo dire che mi hanno lasciato
un po’ l’amaro in bocca.
Poi dipende da persona a persona, può piacere oppure
no.
In conclusione, mi è piaciuta molto questa storia,
belle le ambientazioni, i disegni e la caratterizzazione dei personaggi. Realizzata
molto bene, mostra in maniera convincente la crescita di ogni personaggio
principale. In particolare, è stato molto ben sviluppato il personaggio della
principessa Akemi. Mi spiace un po’ per Ringo, perché avrei voluto che venisse
approfondito un po’ di più.
Tra le varie tematiche che vengono sviscerate, ce ne
sono molte per adulti; se dovessimo classificarlo sarebbe un Seinen.
Una storia che parla di diversi che cercano il loro
posto nel mondo, in un mondo che non gli vuole.
By
Bam
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